Conferenza del Professor Rigazio del 12 settembre 2010: immagini, introduzione del Presidente del Gruppo Senza Sede e commenti.

BUONGIORNO A TUTTI  E GRAZIE PER ESSERE INTERVENUTI.

QUESTO INCONTRO, ORGANIZZATO ED AUTO-FINANZIATO DAL GRUPPO SENZA SEDE, POCHI GIORNI DOPO L’ 8 SETTEMBRE, UNA DELLE DATE FONDAMENTALI DELLA NOSTRA STORIA, VUOLE CONTRIBUIRE A RICORDARE IL PASSATO, PERCHE’ SOLO “NON DIMENTICANDO”  POTREMO EVITARE IL RIPETERSI DEI DRAMMATICI AVVENIMENTI CITATI, A PROPOSITO DEL NOSTRO CONCITTADINO ANDREA PICCO, NELLA RICERCA STORICA DEL PROFESSOR FRANCESCO RIGAZIO, IL QUALE SI ERA IMBATTUTO IN ANDREA PICCO SFOGLIANDO UN MUNERO DEL GIORNALE LA RISAIA”  DEL PRIMO DOPOGUERRA. SOLO CIRCA VENTANNI FA, VIDE IL SUO NOME SU UNA LAPIDE NEL LAGER DI MAUTHAUSEN ED INIZIO’ A RACCOGLIERE DOCUMENTAZIONE SU QUESTA VICENDA, ANCHE CON LO SCOPO DI RENDERE OMAGGIO ALLA MEMORIA DEI DEPORTATI POLITICI. RICORDIAMO CHE SEI FURONO I TRINESI MORTI NEI CAMPI DI STERMINIO : QUATTRO EBREI AD AUSCHWITZ, IL SERGENTE ROMILDO ZECCHIN ED IL PARTIGIANO ANDREA PICCO, A MAUTHAUSEN.

I TEMPI SONO CAMBIATI, SONO TRASCORSI QUASI SETTANTANNI, MA VALORI COME LIBERTA’ E DEMOCRAZIA NON DEVONO PASSARE DI MODA.

FRANCESCO RIGAZIO DOPO ESSERSI LAUREATO CON UNA TESI SULL’OCCUPAZIONE ITALIANA DEL DODECANESO, HA INSEGNATO GEOGRAFIA ECONOMICA NEGLI ISTITUTI TECNICI E SVOLTO ATTIVITA’ DI RICERCA, OCCUPANDOSI IN PARTICOLARE DI STORIA LOCALE DEL MOVIMENTO OPERAIO. NEL 1985 E NEL 1993, HA CURATO PRESSO L’ARCHIVIO DI STATO DI VERCELLI, DUE MOSTRE (E RELATIVI CATALOGHI), SUL MOVIMENTO OPERAIO VERCELLESE, DAL 1882 AL 1922. IL SUO SAGGIO: “ALLE ORIGINI DEL MOVIMENTO COMUNISTA NELLA BASSA VERCELLESE”  ED I PROFILI BIOGRAFICI DI VITTORIO FLECCHIA E FRANCESCO LEONE,SONO STATI RISPETTIVAMENTE PUBBLICATI IN FIGURE E CENTRI DELL’ANTIFASCISMO IN TERRA NOVARESE”, NOVARA 1992 (A CURA DI ADOLFO MIGNEMI) E :

“ I DEPUTATI PIEMONTESI ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE” , MILANO 1999 (A CURA DI CATERINA SIMIAND).

 

PRIMA DI LASCIARE LA PAROLA AL PROFESSOR RIGAZIO, CHIEDO AL SINDACO DI INTERVENIRE, PER RICORDARE QUESTO NOSTRO CONCITTADINO, AL QUALE NEGLI ANNI ’60 E’ STATA DEDICATA UNA VIA ( UNA TRAVERSA DI VIA PASUBIO).

SUGLI INVITI E’ RIPORTATO L’ESTRATTO DELL’ATTO DI NASCITA, DI MATRIMONIO E L’ANNOTAZIONE DELLA MORTE, CON LA CITAZIONE ERRATA DI MAUTHAUSEN COME CITTA’ DELLA GERMANIA, MENTRE SI TROVA IN AUSTRIA. QUESTI ATTI SONO SCRITTI IN BELLA CALLIGRAFIA CON TANTO DI SVOLAZZI, IN USO COMUNE ALL’EPOCA, ED HANNO SUSCITATO CURIOSITA’ E MERAVIGLIA TRA I PIU’ GIOVANI. ALMENO QUALCHE CURIOSITA’ SUL PASSATO SIAMO CONTENTI DI ESSERE RIUSCITI A FARLA SORGERE.

 AL TERMINE DELL’ INCONTRO VERRANNO DONATI A CHI DESIDERA RITIRARLI, GLI ESTRATTI DELLA RICERCA , CHI NE VORRA’ ALTRI, POTRA’ FARNE RICHIESTA AL GRUPPO SENZA SEDE.

 BUON PROSEGUIMENTO.

Il Sindaco Marco Felisati ha fatto una breve introduzione evidenziando il clima di delazione e di repressione che caratterizza tutte le dittature, auspicando che simili periodi storici non si verifichino più ma che la democrazia, la libertà ed il confronto delle idee non vengano mai meno. Il prof. Rigazio ha bene illustrato la storia di questo trinese, che non soltanto ha pagato per le sue idee politiche ma è anche stato vittima delle maldicenze e delle delazioni di gente che lo avversava. Ed è soprattutto questo che colpisce: Andrea Picco aveva avuto sì dei trascorsi polititi, tutti sapevano delle sue simpatie per il Partito Socialista, però tutto sommato si trattava di un uomo tranquillo, dedito alla famiglia ed al lavoro, desideroso molto probabilmente di vivere una vita normale e di mandare avanti le sue attività. Era sempre tenuto sotto controllo dalle Forze dell'Ordine che comunque ravvisavano in lui una brava persona, ma a causa di varie denunce ricevute risultava sempre iscritto nell'elenco degli individui da controllare. Dal saggio non emerge chiaramente se il Picco effettivamente non si dedicasse ad attività sovversive e se avesse partecipato al movimento della resistenza una volta arrivato a Torino, la cosa che però colpisce è che sembra quasi che l'invidia dei suoi simili lo abbia gettato in pasto,

per così dire, alla Forza pubblica e poi all'attività clandestina. Questo deve fare riflettere: al di là dei personaggi passati alla storia anche nella vita quotidiana le cattiverie, gli egoismi e le invidie possono causare dei drammi nelle storie personali della gente comune. E' per tutti noi un invito a riflettere sui nostri comportamenti e sulle conseguenze delle nostre azioni.